mercoledì 17 febbraio 2010

Bukowski, Giovanni Paolo II e La mano insaguinata

Il ragazzo studia economia internazionale e l´anno scorso ha vissuto per sei mesi in Svezia, ora é su un manto di neve seccato dal freddo e lancia una pallina di gomma a Bukowski, cane dal nome decisamente importante che ha preso quattro settimane fa in un canile.

L´anziana attraversa con passo insicuro il vagone affollato di gente indifferente della metropolina, sul capo un velo giallo, mostra un cartello dai caratteri indecifrabili e appeso al collo ha un registratore dal quale escono leggere le note di La Vie en Rose cantate dall´inconfondibile Edith Piaf e sorride mentre le porgi quello che per te non é nulla mentre per lei é tanto, e restituisce la gentilezza, allungandoti un´immagine di Giovanni Paolo II e ti guarda con occhi pieni d´ amore.

Il diciottenne, ti chiede solo un fazzolezzo, indossa un cappello, un paio di pantaloni sporchi, delle scarpe leggere e una maglietta, la mano destra sanguinante. È appena salito sulla metro dopo esser stato cacciato da un locale perché aveva picchiato uno che, annoiato, disturbava lui e i suoi amici. Cerca solo di essere gentile, di parlare mentre il mondo, guardandolo, non puó che evitarlo. Disoccupato, cacciato di casa dai suoi, vive sul divano di un amico, e ancora porta i segni in viso di quella volta in cui tre lo hanno spintonato fino a farlo cadere e preso a calci in faccia per 80 euro che doveva.

Viviamo una vita fatta di intrecci, magari ci passiamo a fianco per strada, magari siamo vicini di casa o studiamo alla stessa universitá.
Non ha importanza se sono dieci minuti, il tempo di scattare qualche foto ad un cane nero che corre dietro ad una palla in un parco tinto di bianco, non ha importanza se é il tempo dello scambio di uno sguardo, o quaranta minuti di viaggio in metro con uno sconosciuto sanguinante, l´importante é capire quanto ognuno di questi intrecci, per quanto fugace o apparentemente insignificante disegni la trama della nostra vita. Ed é bello pensare semplicemente porgendo qualche moneta a qualcuno, o anche solo ascoltando qualcuno, sia riuscito a migliorare, anche solo per poco, la giornata a qualcuno che forse non ha avuto la mia stessa fortuna.

2 commenti:

  1. La ricchezza del mio cuore è infinita come il mare, così profondo il mio amore: più te ne do, più ne ho, perché entrambi sono infiniti.
    William Shakespeare
    leo

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  2. Concordo concordo...é solo che spesso é difficile dare, e ci stupiamo del fatto che gente non ci trasmetta amore...
    Ed io purtroppo sono il primo...

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