venerdì 23 luglio 2010

Viaggiooooooo

E infine il mio grande viaggio e' cominciato!

Lo definiriei decisamente il piu' lungo viaggio della mia vita, e deciamente il piu' impegnativo...tra ore e ore di treno, un volo con l' aria condizionata sparata in faccia e un bambino urlante a fianco, con i 36 gradi alle sei e mezza del mattino di dubai, con un secondo volo di sole 14 ore, guardando un film dopo l' altro, cercando di tenere la mente occupata e non avere un pensiero fisso.
Unica cosa buona del viaggio e' che a Francoforte ho conosciuto una tedesca splendida che mi ha accompagnato fin qui.
E poi atterrare, eccitatissimi, e scoprire che chi ti doveva venire a prendere in aeroporto era naturalmente venuto il giorno prima!!! E vabbe'...
Ma arriva...
Che posto splendido, che citta' splendida, che clima strano...
potrei raccontare ora di come guidino dal lato sbagliato della strada, di come siano grandi le monete da 50 centisimi, di come le case in legno siano vecchie, fatiscienti e naturalmente non abbiano il riscaldamento! beh, mi direte, siamo in Australia...si ma ridendo e scherzando sto morendo di freddo!!! avvolto in una coperta pelosa di gatto...
di come le finestre si aprano all' americana!!! haha, la cosa mi ha divertito un sacco...

ok, vado allo zoo!

domenica 30 maggio 2010

L´estate che non c´é

Le giornate trascorrono tranquille, sinonimo carino per non dire noiose, tra inseguimenti da film con professori in universitá a caccia di un´approvazione di un´equipollenza, disperate corse in metropolitana per non arrivare in ritardo a lavoro (e la metropolitana fa ben 70kmh, ma non la U1, quella no, é vecchia), acrobazie da equilibrista divincolandomi tra clienti in coda in attesa di un tavolo (e cerchi di passare, dicendo permesso, ma non capiscono e fanno finta di non sentire, e se gli dici "entschuldigung ich muss durch" convinti che tu sia un altro cliente che gli vuole passare avanti non si spostano, e quindi, nel dubbio su quale lingua usare, gli scontri direttamente), in bilico con 5 pizze in mano, scene da matrix cercando di prendere con un piede una pizza mentre in slow motion ti é appena scivolata dal piatto, davanti all´attonito volto di quel povero bambino che non vedeva l´ora di mangiare la sua margherita, e chiedendoti solo dopo perché tu abbia cercato di prenderla al volo con un piede...bah!
E ti senti nel peggior film horror quando ti accorgi che un pizzaiolo ha appena cercado di tagliarti un dito mentre ti allungavi per prendere una fetta di prosciutto clandestinamente, e nel miglior film americano a lieto fine quando, a serata terminata si é tutti seduti intorno al tavolo a mangiare penne alle costine di maiale, sella di cinghiale alla griglia o branzino al forno, un bicchiere di vino davanti e tanta allegria.
Tutto incorniciato da una Berlino cristallizzata in una stagione inestitente, tra alberi verdissimi, prati fioriti ma giornate fredde, anche 11 gradi e pioggia. La gioventú che a stento cerca di uscire dalla sua grotta dove é stata in leteargo per i duri mesi invernali, ma arrivata sulla soglia, si annusa intorno e decide che forse é il caso di dormire ancora po´.

domenica 9 maggio 2010

James Dean, The Temper Trap, Io

É cominciata una nuova vita...
uno scopo, lontano, mi ha portato a cambiare radicalmente il mio stile di vita...
40 sono le ore che passo alla settimana in quel ristorante.
Non male per uno a cui il lavoro ha sempre fatto schifo, e contando che in linea teorica l´erasmus doc dovrebbe passare la sue giornate a divertirti ed a festeggiare.

Ma non ha importanza, sto inseguendo un sogno, quello di andare lontano.

Ma per quanto questo sogno sia una costante nelle mie giornate, dei momenti di sbandamento ci sono. Momenti in cui l´unica cosa che vorresti sarebbe una persona da stringere, di sentire che oltre al sesso c´é di piú, che Berlino in fondo non é una cittá da una botta e via...e invece, sempre e comunque ci ricadi...

E torni a casa da lavoro, é notte e sta piovendo, i The Temper Trap che cantano come un´orchestra la cui melodia é attutita, ovattata dalla pioggia, e ti senti James Dean in una delle sue migliori foto, manca solo la sigaretta...E ti chiedi se vi rivedrete, pur sapendo che la risposta non ti concessa saperla...

Vorrei tornare a qualche tempo fa, dove ogni sentimento veniva sovrastato dalla ragione, If you have nothing, you have nothing to loose...

lunedì 5 aprile 2010

Il piacere di tornare a casa

Il piacere di tornare a casa ho potuto provarlo due volte durante questa lunghissima avventura.


30 giorni di viaggio, 30 giorni on the road across Europe con al collo una collanna e indosso un giubbotto di pelle di trent´anni. Se mi avessero detto qualche tempo fa che avrei fatto una cosa del genere da solo, non gli avrei mai creduto, non mi sarei mai creduto capace di fare una cosa del genere, e invece, zaino in spalla, sono partito. Quante cose sono cambiate, quante cose stanno cambiando, in me, intorno a me, in chi mi sta vicino, e chi lentamente si perde nel nubolio dei ricordi. E ringrazio chi mi ha cambiato, ringrazio per ogni singolo istante che mi ha portato ad essere quello che sono. Ringrazio chi mi ha ispirato questo viaggio, chi mi sono portato nel cuore durante questi dio solo sa quanti chilometri. 2900 chilometri (perché nella vita bisogna essere scientifici, prima di tutto scientifici).


Tutti coloro che ho incontrato sulla mia strada, tutti facenti parte di un puzzle, un enorme puzzle che pezzo per pezzo sta andando a disegnare la mia vita, e come un bambino non riesco a smettere di cercare di mettere i tasselli al posto giusto, alcuni sono chiari e definiti ed entrano alla prima, ma lì dove i contorni si confondono con lo sfondo non posso non forzare i pezzi per farli combaciare, a volta va bene, e in fondo, erano proprio loro, altri non puoi che rinunciare, metterli da parte, e poi, il cielo lo si farà in un secondo momento, e chi può dire che non diventerà la parte più bella di questo strano puzzle da milioni di pezzi?


È tornare a casa, e abbracciare persone che non vedevi da cinque anni con le lacrime agli occhi, e, scusa, il formaggio ti serve per cucinare o posso mangiarlo? , è sentirsi a casa, molto è cambiato, ma in fondo tutto è uguale a prima anche se forse qualche centimentro in più rende ogni abbraccio più difficile. È rendersi conto che attraverso una tua passione delle persone a cui tieni stanno costruendo il loro futuro, per fortuna, oppure no, sentendoti un po’ in colpa nel sentirti dire che è “merito” tuo. È provare quello strano e avvolgente sentimento rende consciente del fatto che alcune persone davvero non le cancellerai dalla tua vita, che hanno fatto parte di te, e rimarranno così, indelebili alla forza del tempo.


È conoscere gente stupenda, condividere piccoli momenti, un calice di vino, un pezzo di sushi, o una puntata di Germany Next TopModel, e litigate, e dover litigare per uno sguardo di troppo, una carezza di troppo.


E bere, e cantare, e ballare insieme, perdere la giacca per poi ritrovarla, perdere una persona a cui hai dedicato 5 mesi della tua vita, e quella sarà dura ritrovarla.


Renderti conto che il tempo non esiste.


Sì perché il tempo è stata una delle mie ossessioni in questa strana avventura. Partito per dimenticare, partito per cercare qualcosa, inseguendo qualcuno. Il tempo che scorre, come i rintocchi di un orologio che si dissolvono in cerchi vibranti, e sentire che coloro che ti stanno intorno diventano seri, indossano vestiti più sobri, riflettono sul futuro, quando tutto quello che tu vuoi è poter continuare a salatare da un panettono di cemento all’ altro sul ciglio della strada senza pensieri. Per poi renderti conto che il ginocchio cede, che fa male. Persino il tuo corpo si rifiuta di disobbedire alle leggi del tempo, ma se c’è una cosa che ho imparato durante questo viaggio è che il corpo in quanto tale deve rispondere alle leggi della fisica, le cellule devono rallentare il loro processo di riproduzione,i legamenti devono perdere elasticitá ed i neuroni devono iniziare a morire (perché nella vita bisogna essere scientifici, prima di tutto scientifici), ma la mente no, quella no. Sarebbe come ordinare ad un’ idea o ad un concetto d’ invecchiare. E lasciare che gli altri invecchino, che inizino a perdere i capelli per futuli problemi, e continuare a saltare da un panettone all’altro, senza perdere quella luce negli cchi di chi crede di aver capito che cosa sia la vita, e se ci crede, allora lo avrà capito. Perché in fondo non sono nato per studiare, non sono nato per lavorare, sono nato per vivere! E tutto il resto non rimane che il mezzo che me lo permette, e pensare che c’è chi vive per lavorare, lasciando chiusi i sogni in un cassetto, convinto che li riaprirà un giorno, quando avrà tempo, quando avrà i soldi, quando in fondo sa benissimo che quel cassetto rimarrà chiuso a lungo, troppo a lungo, e una volta riaperto, quando avrà tempo, quando avrà i soldi, beh, allora sarà morto.


È tornare a casa, cresciuto, avendo assimilato, avendo perso, avendo preso e avendo dato, è vedere, la città che ti circonda cambiata, ma in fondo, la chiava che apre la porta è sempre quella, non è cambiata.


E saltando da un panettone all’ altro, da un’ avventura all’ altra sei pronto, sei pronto alla prossima, ancora più grande della prima, ancora più lungimirante, perché oramai gli unici limiti che mi fermano sono quelli fisici, perché siamo giovani, siamo onnipotenti, possiamo tutto, perché ancora possiamo spaccare tutto, perchè sfido qualcuno a fermarci. E se non vi sentite così, se siete seduti sulla sedia davanti allo schermo e pensate, povero pazzo, beh, allora avete già chiuso i vostri sogni nel cassetto, e mi spiace per voi.

martedì 23 marzo 2010

Come avvolto in un vortice di sabbia

Era una mano, quella della razionalità, che teneva un io immaginario a forma di sfera trasparente legata al filo ragione, e giocava con me facendomi roteare ordinatamente intorno a se stessa. Quando una delle Parche, decisa non a togliermi la vita ma a giocarci, ha spezzato quel sottile filo.
è tutto un vortice, la razionalità rimane statica dov'era ed allontanandotene perdi lentamente pezzi di ragione. Come da bambino giochi con le onde, il mare è mosso, un'onda ti travolge, ma sai nuotare, e sai che ti devi lasciare andare, che ti stordirà fino a non farti più capire dove è il sopra e dove è il sotto, berrai e sentirai la gola bruciare a causa del sale, sentirai ogni rumore ovattato dalla spuma,ti sbatterà sul fondo e la sabbia ti avvolgerà, ma sai nuotare...tirerai la testa fuori dall'acqua, tossirai un paio di volte, lanciandoti ridendo nella prossima onda

domenica 7 marzo 2010

Forever young

Momenti che vanno, momenti che tornanto
persone che se ne vanno, per poi ritrovarle pochi passi piú in lá, e quello che provi non é cambiato, nonostante tutto, nonostante i tradimenti, nonstante le distanze che lasciano buchi apparentemente enormi. E il tempo passa, e sei uno in mezzo a tanti, combatti per un qualcosa che non vedi, lotti contro i mulini a vento per nulla. Cadi, ti rialzi a testa alta per poi tornare a cadere. É comebattere contro il tempo, e il tempo non é nulla, il futuro non ha senso, le persone burattini in un teatro al di fuori del nostro controllo. Lo spazio non ha senso, ma non puoi uscirne, non ti muovi, con i piedi immersi nel cemento quando tutto é a poco piú di un braccio da te. E quegli occhi verdi, lí, eppure...
E tutto ti scorre addosso e tutto ti catapulta in avanti quando invece scambieresti ogni singolo domani per quel maledetto ieri...
e vorresti annullare te stesso, smettere, anche solo per pochi secondi, di percepire questo vorticare che ci circonda, lasciandoti scivolare sul fondo del mare e l´unica cosa che attraversa i tuoi pensieri, guardando verso il cielo sono i raggi di sole frastagliati dall´acqua increspata...

lunedì 1 marzo 2010

Amburgo

Amburgo é come Genova, ma differente!
Amburgo é uguale.
É una cittá di porto
é ventosa, ricca di odori, di gabbiani, di persone, di navi, di gru, di mercati, di battelli che scorrazzano leggeri sulla bianca schiuma.
Amburgo é diversa.
É una cittá del nord,
é unita sotto la banidiera di una birra, l´Astra e una squadra di calcio, il St. Pauli, vive sulla Reeperbahn, Las Vegas europea e Amsterdam tedesca tra bordelli e sale da gioco.
É una cittá che vive nei bassifondi, nei peggio logali frequentati da punk di ogni etá, con appoggiata sul tavolo da bigliardino la loro Astra, sorridono, parecchi di loro senza denti, mentre si stringono la mano dopo il gioco, e noti quel tatuaggio sull´avambraccio, un´ancora e un cuore, e salta all´occhio la collana dell´aversario, un´ancora d´argento.
Una cittá unita sotto un simbolo, fieiri di essere di Amburgo, noncuranti del mondo che li circonda, mondo fatto di individualitá portata al livello tale da diventare indifferenza.
É una cittá come Genova non sará mai , purtroppo.

mercoledì 17 febbraio 2010

Bukowski, Giovanni Paolo II e La mano insaguinata

Il ragazzo studia economia internazionale e l´anno scorso ha vissuto per sei mesi in Svezia, ora é su un manto di neve seccato dal freddo e lancia una pallina di gomma a Bukowski, cane dal nome decisamente importante che ha preso quattro settimane fa in un canile.

L´anziana attraversa con passo insicuro il vagone affollato di gente indifferente della metropolina, sul capo un velo giallo, mostra un cartello dai caratteri indecifrabili e appeso al collo ha un registratore dal quale escono leggere le note di La Vie en Rose cantate dall´inconfondibile Edith Piaf e sorride mentre le porgi quello che per te non é nulla mentre per lei é tanto, e restituisce la gentilezza, allungandoti un´immagine di Giovanni Paolo II e ti guarda con occhi pieni d´ amore.

Il diciottenne, ti chiede solo un fazzolezzo, indossa un cappello, un paio di pantaloni sporchi, delle scarpe leggere e una maglietta, la mano destra sanguinante. È appena salito sulla metro dopo esser stato cacciato da un locale perché aveva picchiato uno che, annoiato, disturbava lui e i suoi amici. Cerca solo di essere gentile, di parlare mentre il mondo, guardandolo, non puó che evitarlo. Disoccupato, cacciato di casa dai suoi, vive sul divano di un amico, e ancora porta i segni in viso di quella volta in cui tre lo hanno spintonato fino a farlo cadere e preso a calci in faccia per 80 euro che doveva.

Viviamo una vita fatta di intrecci, magari ci passiamo a fianco per strada, magari siamo vicini di casa o studiamo alla stessa universitá.
Non ha importanza se sono dieci minuti, il tempo di scattare qualche foto ad un cane nero che corre dietro ad una palla in un parco tinto di bianco, non ha importanza se é il tempo dello scambio di uno sguardo, o quaranta minuti di viaggio in metro con uno sconosciuto sanguinante, l´importante é capire quanto ognuno di questi intrecci, per quanto fugace o apparentemente insignificante disegni la trama della nostra vita. Ed é bello pensare semplicemente porgendo qualche moneta a qualcuno, o anche solo ascoltando qualcuno, sia riuscito a migliorare, anche solo per poco, la giornata a qualcuno che forse non ha avuto la mia stessa fortuna.

domenica 14 febbraio 2010

Goldie

La mia serata di ieri si potrebbe riassumere in una domanda!
E se per ossigenare Goldie il pesciolino rosso nella sua bolla di vetro usassi una frusta elettrica anziché cambiare l´acqua? Naturalmente con il pesciolino dentro...
Mmmhhhhh




Ps: Scusate, post cazzata causa esami lunedí e martedí...cervello deossigenato! Avvio frusta elettrica in corso, pronti per l´inserimento della frusta attravero le narici.

giovedì 11 febbraio 2010

Godzilla

GODZILLAAAAA...

Sono due giorni che mi aggiro per l´aula di progettazione dove son tutti impegnati nei loro modellini in infinite scale diverse camminando sentendomi Godzilla in giro per Tokio, un pochino come in Calvin and Hobbes, sentondomi in una delle sue piú belle vignette, per tornare (velocemente, troppo velocemente) alla maledetta realtá ed accorgersi che sei sotto due riflettori, con una commissione davanti dando un esame, e il tuo primo pensiero é, ma dove cazzo é il maniglione antipanico? !!! E naturalmente va tutto una merda!!! Sconsolato mi avvio verso il supermercato, unica via d´uscita, la cioccolata.
Con in braccio ritter sport (nocciola e croccante, specialitá primavera 2010), cookies e ferrero rocher e Janis Joplin che canta
"And I say, oh, whoa, whoa, now babe, tell me why,
Does every thing, every thing.
Hey, here you gone today, I wanted to love you,
I just wanted to hold you, I said, for so long,
Yeah! Alright! Hey! "
mi guardo intorno e noto che andare a fare la spesa é come andare in piscina...nel turno mattutino incontrerai vecchine insonni alle prese con strani piatti naturalmente a base di wurstel e crauti, fantastiche nei loro pelliccioni, e leggi suoi loro volti una fantastica giovinezza in un paese che cerca di riprendersi e da sfogo a tutto il suo carattere. Nel turno del pomeriggio troverai ragazze dal portamento eretto e bellissime, con ancora, sotto sotto i segni lasciati da quella giovinezza che si stanno gustando, nelle stesse pellicce che le nonnine avrebbero indossato vent´anni fa, ma ora sono demodé, e sorridi notando che sono identiche, sui loro tacchi leggeri anni 40 e volteggiano indaffarate perché la sera avranno ospiti a cena, e tireranno giú le porte dei cardini e andranno a compare i fiori, perché, la signora Dalloway disse che i fiori li avrebbe comprati lei.

domenica 7 febbraio 2010

Ho sbagliato tutto...

Decisamente...
Vi é mai capitato di svegliarvi una mattina e chiedervi, ma io, che cosa ci faccio ancora qui?
La gente normale il tempo di un caffé e si é giá ripigliata...io non bevo il caffé!!!
Son giorni che mi sveglio convinto di essre nel posto sbagliato, che stia sfruttando questi anni in modo sbagliato, dovrei essre in giro per il mondo, godermi la giovinezza e invece no...son davanti a un computer a disegnare cessi...
Mi dico che prima o poi tutto questo cambierá, ma mi sto mentendo da solo...e solo allora, quando finalmente sarai libero di vivere la tua vita, sará la vita stessa a impedirtelo, vi sfido a fare Surf alle filippine con l´artrosi, o avventurarvi nella foresta amazzonica portandovi dietro la pasta per la dentiera...
Purtroppo c´é un filo di razionalitá che mi tiene legato alla sedia azzurra su cui sono seduto, che mi dice che lo sto facendo per il mio futuro, ma io continuo a sperare che questo sottile filo si spezzi, prima che sia troppo tardi.

domenica 31 gennaio 2010

Il brivido nato da uno sguardo

"When they entered, they found hanging apon the wall a splendid portrait of their master as they had last seen him, in all the wonder of his exquisite youth and beauty."
E cosí si chiude Dorian Gray, libro tanto genialmente scritto quanto mefistofelico. E poche sere dopo ti sembra di vederlo Dorian quando, ritornato nella casa dei cantanti inglesi e dei fotografi mancati, attraversa la soglia, giovanissimo ed avvolto nella sua aura d´essere puro tanto rara quanto affascinantemente interessante, e ti parla dei suoi 35 anni trascorsi in terre lontane, e negli occhi gli leggi molto piú di quanto voglia dare a vedere. Ti chiedi dove tenga il suo ritratto e chi sia lo sventurato artista che lo dovette ritrarre, ora adagiato freddo ed inerme sulla scrivania dello studio , e ancora senti il ticchettio del sangue sull´antico tappeto davanti al camino.
Un brivido ti attraversa la schiena, ed evasivamante torni a chiaccherare con la vegana che da quando ha deciso di seguire questo strano stile di vita ha preso dieci chili, che si fa i vestiti da sola e che deve iniziare a lavorare come poker in un´agenzia di moda. Lontano dallo sguardo glaciale di quell´uomo apparentemente innocuo.

domenica 24 gennaio 2010

Pupazzi di neve, Adoni, Giunoni e Spiriti degli Avi

Vi capita mai di dire, oooh che cazzo?
Ecco, questa é un´altra storia...
È bello a volte tornare bambini e tornare ad indossare i pattini da ghiaccio, ed é soddifacente non prendere culate... é bello tornare bambini e incontrarsi insieme ad altre centinaia di persone per fare pupazzi di neve, azione volta a sensibilizzare la gente sul cambiamento climatico..stando ora a divertirsi a spalare neve con -12, per poi accalcarsi tutti intorno al fuoco per ascoltare un Eskimese che narra le sue terre, le sue tradizioni, e di come, noi ed i nostri comportamenti, distruggono la loro vita. Di come la settimana scorsa in Groenlandia c´erano 12 gradi e a Berlino -12. E torni bambino quando ti fa chiudere gli occhi per evocare gli spiriti degli avi attraverso la sua preghiera, il suo canto e la sua cerimonia del fumo. Ti rendi conto di quanto sei piccolo di fronte al mondo, e non importa se continui a dividere il vetro bianco, da quello marrone da quello verde, se tu sei il solo a farlo...ma continui, sperando che un giorno forse anche gli altri si rendano conto di quando il mondo sta andando a rotoli...
E poi sei costretto a tornare grande per le tue stupide mansioni accademiche, e presentaioni, e lezioni e corsi...e mi hanno cacciato fuori da un corso perché non sono andato a lezione una volta, mi dirai, tiene due lezioni in un semestre, magari essere presente...e quante pretese ragazzo mio, me la son sciolta...
E venerdí....beh, venerdí...
After Show Party di Kilian Kerner per la settimana della moda qui a Berlino...E dal basso del tuo metro e 75 ti aggiri tra le gambe di questi adonici uomini e giunoniche donne e sorridi pensando a quanto i tuoi amici ti prenderebbero in giro...hehe...ma mi son riproposto di far tutto a Berlino, e una festa del genere non poteva mancare...
Ma, essendo la domenica il giorno piú bello della settimana, si é conclusa con una festa a base di cioccolato svizzero e belga a casa di amici e chicca finale elogio a Robert Burns, cantando canzoni scozzesi, bevendo scotch e mangiando Haggis.
E ti rendi conto, che forse forse, nonostante tutto, sei felice.

domenica 17 gennaio 2010

15 giorni senza un raggio di sole

Ci sono dei giorni, o dei periodi, in cui ci si ferma, e ci si chiede, ma io? che cosa sto facendo? Bene, e dopo un momento di delirio, le donne si tagliano i capelli, convinte che le possa portare ad un radicale cambiamento. Io, mi taglio la barba.
Cosa é cambiato? Sembro piú piccolo, tutto qui...bella soddisfazione!
Allora, non ancora soddisfatto cerco di risalire alle cause...Ci vuol poco...
Tutto é riconducibile ad una domanda...perché diamine mi son iscritto ad Architettura???
Passo le mie giornate in universitá a far progettare musei, facciate e parchi, arrivo la sera che ancora devo finire quello che non son riuscito a far in universitá mentre tutti gli altri erasmus son in giro per locali ad ubriacarsi di birre ad 1 euro.
Venerdí sera...usciamo dall´uni alle sette, ci catapultiamo a teatro, ci godiamo finalmente in pace Il Flauto Magico di Mozart e poi di nuovo di corsa verso un baretto a prenderci una birra tranquilli e quando, alle 4 del mattino sei sul binario della metro per tornare a casa e hai ancora con te il computer che hai preso da perterra correndo la mattina alle otto, beh, cala la tristezza. Andrai a dormire con il pensiero che la mattina dopo ti devi alzare mentre il mondo é in giro a far a palle di neve, construire pupazzi o ad andare sugli slittini...
L´unica cosa che riesce a tirarmi su di morale la mattina é la macchina muccata all´angolo della strada...quella é davvero fantastica.

domenica 10 gennaio 2010

Allora, prendete un parco, un grosso parco dalla forma rettangolare lunga e stretta con un conca al centro.
Aggiungete buoni 30 cm di neve fresca fresca.
Dopo averli pepati un pochino inserite nel vostro quadretto tra i 1200 e le 1500 ragazzi, non ha importanza la razza, spagnoli tedeschi italiani scozzesi inglesi olandese norvegesi portoghesi...
Spalmate il tutto bene su una base di recitata rivalitá tra due quartieri.
Ingrendiente importante é il bicchiere pieno di Glühwein (vino caldo tipico tedesco) e un dj che suona...
Il risultato? Una gigantesca battaglia a base di palle di neve tra "Neukölln" e "Kreuzberg". Beh, da bravo Neuköllner sono arrivato e mi sono schierato in uno dei due schieramenti, non chiedetemi quale, non saprei rispondervi...
Ah, per tutti quelli a cui ne ho parlato, la ragazza in rosso é la mia coinquilina scozzese...Mauri, allora quando mi vieni a trovare?

lunedì 4 gennaio 2010

Natale e dintorni pt.1

Stavo per completare il mio post, quanto mi son reso conto del fatto che non stavo che riportando fatti accaduti, quindi, mi tocca tornare in me e iniziare a delirare...
Il natale mi é scivolato addosso come quanto sei al mare, lasci la crema al sole, fai per mettertela ed é diventata stra liquida. Dovessi dirla tutta vorrei essere dall´altra parte del mondo dove potrei critstare per la crema troppo sciolta, e invece no.
Non voglio lamentarmi, solo riportare il fatto che i miei pensieri non sono decisamente in questa fredda Berlino.
Dicevo...mi é scivoltato addosso, la neve non mancava, il freddo neppure, i mercatini natalizi...che dire dei mercatini natalizi, eppure mancava qualcosa.
Due giorni prima del mio rientro camminavo in un viale alberato con le mie cuffie nelle orecchie quando di botto mi son reso conto della bellezza che mi circondava. Nevicava, e dietro la fitta coltre di fiocchi di neve si scorgevano le luci natalize in questi palazzi sopravvissuti alla guerra, ogni finestra aveva le sue luci e tutte trasmettevano un calore indescrivibile. Mi son dovuto togliere le cuffie per assaporare appieno quell´attimo fantastico, e la neve scricchiolava ad ogni mio passo.
Poi il rientro...Una delle settimane piú belle della mia vita, tra alti e bassi, tra momenti di puro delirio e sorpresa e altri di sconforto e stress familiare (tornateci voi a casa in una famiglia di 6 persone due cani e un gatto...), mi son reso conto delle persone che davvero contano. Chi resterá e chi probabilmente prima o dopo uscirá dalla mia vita. E la cosa mi mette tristezza.
Non li ho visti tutti, mi spiace, ma non importa, so che chi ci dovrá essere ci sará anche piú avanti...
e quando l´ultima sera prima della partenza uscito dal salotto della Marta, ho fatto quel pezzettino che mi separava dalla fermata a piedi, fermata dalla quale si vedeva il salotto, beh, vi ho visti tutti lí, nuovi e vecchi amici, non ho potuto pensare a quanto vi voglia bene...